SESSUALITÀ IN GRAVIDANZA: COME RIMANERE UNA COPPIA QUANDO SI È GENITORI
L’interruzione dei rapporti sessuali in gravidanza è un errore molto più comune nelle culture latine che anglosassoni.
Si è ormai dimostrato come l’attività moderata non possa nuocere al feto, mentre fa sicuramente bene alla coppia, altrimenti il rischio è di trasformare il figlio in un ostacolo per l’intimità.
L’assetto ormonale femminile in gravidanza e durante l’allattamento non favorisce desiderio e attività sessuale. Non si è più votati ai propri bisogni, ma si diventa un organismo concentrato sul benessere della prole.
Basti pensare come gli estrogeni e il progesterone determinerebbero un aumento del volume del corpo cellulare dei neuroni dell’area preottica mediale dell’ipotalamo, che regola le principali risposte materne.
Un dato costante nella letteratura sulla psicologia della gravidanza è il riconoscimento che quest’evento radicalizza nelle donne una dissociazione tra femminilità e maternità, quindi anche tra attività sessuale e funzione materna, il corpo non è più oggetto di desiderio, bensì involucro.
I componenti della coppia devono far posto al bambino nel sistema familiare, preparandogli uno spazio fisico ed emotivo in un processo che implica una profonda ristrutturazione della relazione coniugale. Il tempo della gravidanza è un periodo necessario per costruire questo spazio.
Il decorso della vita sessuale durante questo periodo è correlato a diverse variabili:
- Condizioni fisiche ritenute influenti dalla gestante sulla sessualità. La donna potrebbe sentirsi meno attraente. Già da prima dell’arrivo del pancione ci possono essere preoccupazioni su come cambieranno le parti intime e le sensazioni di piacere. La scienza rassicura, non sono state riscontrate differenze tra la vita sessuale delle donne dopo il parto vaginale o con parto cesareo perché siamo naturalmente predisposte a ritornare come eravamo, con il tempo. Ma la flessibilità dei tessuti non va di pari passo con quella elasticità psicologica necessaria per riappropriarsi da subito del ruolo di amante sessualmente attraente in contemporanea con quello nuovo e straordinario di madre.
- Timore di danneggiare il feto o avvertire la presenza di un "terzo", quando il bambino scalcia.
- La frequenza dei rapporti prima della gravidanza.
- Ricorso ad attività sessuali alternative.
- Problematiche ostetriche pregresse.
- Numero di figli vivi e di precedenti aborti spontanei.
- False credenze e miti: alcune credenze sottolineano come non ci sia affatto spazio per il sesso durante questa delicata fase di vita, altre più “minacciose” delineano possibili conseguenze negative sulla gravidanza e sulla salute del bambino. Tali convinzioni errate creano confusione e preoccupazione, andando a ostacolare la sana e soddisfacente vita sessuale della coppia in attesa; andrebbero pertanto sfatate. L’unica controindicazione al mantenimento della sessualità in questo periodo è il caso di gravidanze a rischio.
- Informazioni sulla sessualità in gravidanza, spesso omesse in ambito medico.
- Alterazione del tono dell’umore (donne con esperienza di psicoterapia sono più favorevoli all’attività sessuale).
- Significati personali elaborati nel decorso della gravidanza.
- Fattori fisici come dolori alla schiena, dispareunia, infezioni urinarie, nausea.
In rari casi il sesso in gravidanza può riservare delle complicanze, come per esempio l'insorgenza di malattie infiammatorie pelviche o emboli venosi dovuti all’ingresso di aria atmosferica nelle vie genitali femminili.
Molto più spesso la sessualità in gravidanza può addirittura migliorare:
- nel secondo trimestre molte donne rivelano come il sesso faccia passare i dolori.
- si sperimenta la masturbazione, non sono tante le posizioni che si possono adottare e a volte sono molto scomode.
- uno dei vantaggi di essere incinte è di poter avere degli orgasmi multipli regolari.
La gravidanza infatti, è un periodo molto favorevole per la sessualità, perché dal punto di vista fisiologico il corpo femminile può essere maggiormente recettivo alle stimolazioni sessuali. Gli ormoni gravidici, infatti, possono facilitare la lubrificazione, la vasocongestione e quindi favorire l’eccitazione; inoltre si intensifica la risposta orgasmica, permettendo così di provare un maggiore piacere durante i rapporti.
Il muscolo uterino aumentato di “massa” permette di percepire meglio le contrazioni uterine durante l’orgasmo. Ovviamente questa maggiore recettività fisica da sola non è capace di produrre un maggiore piacere, in quanto dipende molto da quanto la donna è coinvolta a livello soggettivo durante il rapporto e se quindi è emotivamente disponibile.
Se non c’è una serenità di base e se sono presenti delle preoccupazioni relative alla propria salute, a quella del bambino, al non sentirsi attraente, alla percezione di una scarsa vicinanza del compagno, possono attivarsi dei pensieri negativi durante il rapporto che non permettono di lasciarsi andare alle sensazioni di piacere.
La riduzione di attività sessuali può andare a favore di scambi affettivi nella coppia, anche se il calo del desiderio può rientrare nella normalità, è importante che la coppia mantenga intimità, con scambio di effusioni e tenerezze.
Altrimenti il rischio è di farsi inghiottire dallo stress, dalla responsabilità e alla fine si parlerà solo di biberon.
I risultati di uno studio volto ad indagare l’influenza dello stress sulla vita intima di partner che diventano genitori per la prima volta (Leavitt e colleghi, 2016), indicano un significativo abbassamento della soddisfazione sessuale nei 12 mesi successivi alla nascita del figlio. Solo nelle madri però, e non nei padri.
Conclusioni che sono state interpretate dagli autori principalmente sulla base della costruzione sociale dei ruoli familiari di genere.
Infatti si sa che comunemente sono le donne ad essere caricate di responsabilità maggiori nella cura del figlio e a subire pressioni sociali. Si partorisce e subito ci si aspetta di essere brave mamme accudenti, compagne rassicuranti e sexy, lavoratrici perfette, ovviamente in ottima forma fisica.
Se la coppia sperimenta difficoltà di adattamento o se si manifestano dei disagi personali in questa fase della vita, che di per sè è una crisi a tutti gli effetti, una svolta che costringe a sconvolgere o eliminare le antiche soluzioni abituali, il mio consiglio è di intraprendere un percorso di sostegno, individuale o per la coppia, affiancato senza dubbio da un buon corso preparto e da consulenze ginecologiche adeguate.
L'equipe medica di Cmed, Responsabile Dott. Alessandro Cavaliere, ginecologo, è formata da uno staff di specialisti, medici consulenti, esperti in tutti i settori di interesse che può rispondere alle vostre domande. La nostra Segreteria è a Vostra disposizione per prenotare visite specialistiche, test, ecografie, screening ed esami.
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