L’Ecografia Tridimensionale (3D) in ostetricia e ginecologia

L’ecografia tridimensionale (3D) in ostetricia e ginecologia


A Cura del Dott. Alessandro Cavaliere - Ginecologo

FONTE: Alessandro Cavaliere - Valentina Chiusuri, L’ecografia tridimensionale in ostetricia e ginecologia, “Il Caduceo”, rivista di aggiornamento scientifico e di cultura medica, 2016, pp.29-30

Link: Caduceo - Vol.18 n.3


L’ecografia tridimensionale (3D) in ostetricia e ginecologia



La tecnica ecografica tridimensionale (3D) con sonda transaddominale e/o transvaginale rappresenta oggi un enorme progresso in campo ostetrico e ginecologico in quanto permette l’acquisizione volumetrica delle immagini ecografiche bidimensionali al pari della RMN e della TC e di poterle analizzare e confrontare anche in assenza della paziente stessa.


Questo offre la possibilità di visualizzare e memorizzare sezioni multiple d’organo effettuando il cosiddetto “rendering”, ricostruzione di immagini statiche volumetriche in modalità digitale estremamente accurate e molto simili all’originale.


Applicazioni in ostetricia

Numerose ricerche hanno dimostrato come l’ecografia 3D applicata all’ostetricia rappresenti un valida integrazione all’ecografia bidimensionale (2D) nella valutazione di un feto affetto da malformazioni nello specifico nell’approfondimento dei difetti facciali, anomalie degli arti e dei difetti del tubo neurale. [Nelson TR, Pretorius DH Ultrasound Rev Obstet Gynecol 2001.]

Difetti del viso - Ricordiamo nello studio del viso fetale le finalità puramente estetiche dell’ecografia 3D che, come dimostrato da studi in ambito psicologico, permette ai futuri genitori di aumentare gli stimoli emozionali ed il legame affettivo (bonding) con il feto. L’acquisizione del volume del viso fetale può essere riorientata per ricavare un piano sagittale della linea mediana da un feto che non si trovi in posizione favorevole. Questo permette una migliore valutazione delle strutture facciali aumentandone l’accuratezza diagnostica nello studio di:

Difetti dello scheletro ed estremità fetali - L’imaging tridimensionale volumetrico permette uno studio mag giormente dettagliato per la valutazione di ossa e corpi vertebrali. Nello specifico diversi studi in letteratura sottolineano una migliore valutazione dell’ecografia 3D rispetto alla 2D nell’dentificare diverse displasie scheletriche:

  • acondrodislasia
  • acondroplasia
  • displasia tanatofora
  • sindromischeletriche su base genetica [Sklansky M, Miller D, Devore G, et al Prenatal screening for congenital heart disease using real-time threedimensional echocardiography and a novel ‘sweep volume’ acquisition technique. Ultrasound Obstet Gynecol. 2005; 25(5):435-43.]
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L’ecografia 3D applicata all’ostetricia rappresenti un valida integrazione all’ecografia bidimensionale (2D) nella valutazione di un feto affetto da malformazioni nello specifico nell’approfondimento dei difetti facciali.

Valutazioni volumetriche d’organo - L’ecografia 3D offre indubbi vantaggi nella valutazione di volumi d’organo.

Tale vantaggio viene riconosciuto da diversi collaboratori nella valutazione del volume placentare, stabilendo una correlazione importante con la valutazione dell’accrescimento e nella valutazione del benessere fetale in relazione a patologie vascolari materne.

Garantisce una migliore analisi distruttura degli organi parenchimatosi dando informazioni combinate tra struttura e funzionalità.

Valutazione cuore fetale - Ultimo innovativo e vasto campo di applicazione in ostetricia dell’ecografia 3D è rappresentato dallo studio del cuore fetale. Grazie all’integrazione della tecnica 4D, che permette analisi di strutture in movimento, è possibile ottenere l’analisi di un intero ciclo cardiaco in tempo reale [Shipp TD, Bromley B, Benacerraf BR Is 3-dimensional volume sonography an effective alternative method to the standard 2-dimensional technique of measuring the nuchal translucency? J Clin Ultrasound 2006; 34(3):118-22.]

Applicazioni in ginecologia

L’ecografia 3D grazie alla sua elevata sensibilità e specificità (100%) trova applicazione in due settori nel campo strettamente ginecologico. In particolare nella:

  • Diagnosi e classificazione delle malformazioni uterine e studio patologie organiche dell’utero;
  • Valutazione della riserva ovarica e pervietà tubarica e assistenza a tecniche di fecondazione medicalmente assistita.

Malformazioni e patologie organiche dell’utero - La vera rivoluzione dell’ecografia 3D è la possibilità di valutare le strutture anatomiche attraverso il piano coronale che garantisce la valutazione volumetrica d’organo analizzandolo attraverso il suo profilo esterno ed interno [Moeglin D, Talmant C, Duyme M, et al Fetal lung volumetry using two- and three-dimensional ultrasound. Ultrasound Obstet Gynecol 2005; 25(2):119-27]. Questo consente, come dimostrato da diversi lavori scientifici, una maggiore accuratezza diagnostica dell’Ecografia Transvaginale 3D nello studio delle malformazioni congenite uterine (utero setto, unicorne, bicorne, arcuato, didelfo) e nelle patologie endometriali (fibromi, polipi).

Le informazioni dettagliate ottenute garantiscono una maggiore tranquillità al chirurgo operatore nella correzione delle suddette patologie uterine. Garantisce inoltre grazie all’introduzione della onoisterosalpingografia integrata alla valutazione ecografica transvaginale 3D lo studio della pervietà tubarica [Righetti PL, Dell’Avanzo m, Grigio M, et al. Maternal/paternal antenatal attachment and fourth-dimensional ultrasound technique: a preliminary report. Br J Psychol. 2005; 96(Pt 1):129-37].

Valutazione donna infertile: ausilio per tecniche di fecondazione medicalmente assistita (PMA) - Campo di interesse in crescita è rappresentato dall’applicazione della tecnica ecografica 3D ad integrazione dello studio della paziente infertile e nelle tecniche di PMA. Lavori scientifici hanno correlato il volume ovarico determinato con tecnica 3D e la conta dei follicoli antrali con la risposta ovarica alla stimolazione farmacologica. Ovaie di piccole dimensioni e un ridotto numero di follicoli antralisono associati a scarsa risposta all’hCG e ad un’alta percentuale disospensione del ciclo [Nelson TR, Pretorius DH, Lev-Toaf DH Ultrasound Rev Obstet Gynecol 2001].

Inoltre lo studio del volume dell’endometrio con tecnica 3D si è dimostrato maggiormente accurato per la previsione del successo/fallimento dell’impianto nelle tecniche di fecondazione.

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L’ecografia tridimensionale integrata alla tecnica 4D rappresenta il futuro della diagnostica ecografica ostetrico-ginecologica.

Conclusioni

L’ecografia tridimensionale integrata alla tecnica 4D rappresenta il futuro della diagnostica ecografica ostetrico-ginecologica.

Ad oggi ampi lavori scientifici ne documentano la sua importanza ad integrazione della tecnica bidimensionale nell’aumentare l’accuratezza nella diagnosi di molteplici patologie fetali e ginecologiche.

I limiti nella suo utilizzo nella pratica quotidiana sono rappresentati dall’alto costo degli ecografi e dalla necessità di un training adeguato degli operatori.

I vantaggi maggiormente riconosciuti vengono attribuiti alla possibilità dello studio volumetrico d’organo in tre dimensioni ed alla possibilità di archiviare e rielaborare le immagini per una più dettagliata valutazione della patologia d’interesse.


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