LA FEBBRE ALTA NEI BAMBINI
La febbre, molto frequente nei bambini, è spesso causa di grandi preoccupazioni per i genitori, soprattutto se i figli sono molto piccoli. Eppure di per sé “non fa male” e può non essere pericolosa anche quando la temperatura è molto alta.
Si tratta infatti di un sintomo, non di una malattia, e di un importantissimo meccanismo di autodifesa, una reazione dell’organismo nei confronti di virus e batteri.
Pur sottolineando che il pediatra va sempre consultato se il bambino ha un’età inferiore ai 6 mesi, o se compaiono sintomi specifici oltre alla variazione della temperatura, cerchiamo di distinguere quali sono gli strumenti per valutare la situazione e affrontarla nel migliore dei modi!
La febbre si presenta in risposta ai virus stagionali, quando appaiono le caratteristiche sindromi influenzali che tendono a presentarsi nell’arco dell’anno.
Naturalmente ai bambini e ai neonati va prestata particolare attenzione, e la febbre non deve mai superare i 40°, a prescindere dall’età. In questo caso va naturalmente consultato il pediatra.
Va ricordato inoltre che nel bambino, a differenza di quanto accade da adulti, la temperatura può oscillare significativamente nel corso della giornata, con temperatura minime tra le 4 e le 8 del mattino e temperature massime tra le ore 16 e 18.
È un luogo comune assolutamente privo di fondamento che la febbre alta possa essere sintomo di malattia cerebrale o provocare la meningite: questa malattia include fra i sintomi, in effetti, anche la febbre, ma è fortunatamente molto rara e presenta quasi sempre altri sintomi caratteristici che la differenziano chiaramente da una banale (e frequentissima) malattia febbrile.
I campanelli di allarme in questo caso non riguardano l’aumento della temperatura bensì:
- Forte mal di testa (se i bambini riescono a riferirlo)
- Abbattimento esagerato
- Rigidità del collo (se prova a sollevare la testa del bambino con le mani mentre è disteso, avverte dolore al collo)
- Eccessivo pallore oppure il colorito si presenta cianotico oppure ancora è possibile notare chiazze violacee o puntini rossi che non “sbiancano” quando schiacciati con le dita.
- Sforzo respiratorio, affanno o respiro troppo veloce.
- Dolore addominale forte e costante.
Alla febbre “normale” si associano generalmente:
  - sudorazione
  - brividi
  - disidratazione
  - dolori muscolari
  - stanchezza
Particolare attenzione va prestata invece nel caso in cui compaiano anche:
  - convulsioni
  - confusione
  - oppressione al torace
  - nausea e vomito
  - eruzioni cutanee
  - ingrossamento dei linfonodi del collo
Bisogna assolutamente rivolgersi al pediatra se si riconosce uno di questi sintomi oppure se la febbre alta persiste per più di 3 giorni consecutivi.
Se si ha o si è avuta la febbre, la regola generale è idratarsi correttamente: quindi bere molti liquidi, anche sotto forma di succhi di frutta, e mangiare frutta e verdura.
Non bisogna coprire il bambino, se non nella fase in cui ha i brividi, perché la febbre sta salendo, preferendo abiti più leggeri quando la temperatura, seppure alta, si è stabilizzata. Non bisogna forzarlo a mangiare, offrendogli piuttosto da bere.
È possibile uscire, evitando naturalmente i luoghi di possibile trasmissione di virus e batteri. Certamente la stanchezza e l’abbattimento del bambino non lo porteranno a desiderare di stare fuori di casa, ma si può tranquillamente farlo uscire per portarlo ad esempio dai nonni, o dal medico.
Andare a scuola significa invece entrare in un ambiente affollato e fisiologicamente pieno di particelle virali. È quindi certamente auspicabile che il bambino torni a scuola perfettamente sfebbrato e in forze, ma ciò non toglie che possa uscire, con una temperatura magari non troppo elevata.
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