LA CHIRURGIA MININVASIVA ADDOMINALE
A cura della Dott.ssa Sara Di Carlo, Specializzata in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva e del Dott. Simone Sibio, Specializzato in Chirurgia Toracica.
La chirurgia mininvasiva addominale
Negli ultimi decenni la chirurgia generale, al pari di molte altre branche specialistiche della medicina, ha assistito ad un progressivo affinamento delle tecniche e dei protocolli tale da rendere sempre più tollerabile e meno invasivo per il paziente l’atto chirurgico.
Si è progressivamente passati dal vecchio adagio "grande taglio, grande chirurgo" ad una visione più consapevole e matura della formula anglosassone "less is more".
Da sempre, nell’immaginario comune, l’intervento chirurgico è considerato un passaggio doloroso, invasivo, debilitante per colei o colui che debba affrontarlo e certamente, fino ai tempi più recenti, il criterio della guarigione chirurgica completa è prevalso su quello del rispetto della qualità di vita, portando ad ampie demolizioni e generosi accessi al fine di rendere l’intervento più radicale possibile. Questo atteggiamento è stato legato prevalentemente alla generale opinione che le patologie di interesse chirurgico dovessero essere risolte esclusivamente attraverso un approccio chirurgico. Tale visione dagli anni 90 ha subito una progressiva riconsiderazione con l’avvento delle tecniche di chirurgia mininvasiva, effettuate cioè attraverso strumenti introdotti nel corpo tramite piccoli accessi di pochi mm e attraverso l’ausilio della telecamera per poter lavorare dall’interno.

Inizialmente, a detrazione dell’ampia applicazione di tali metodiche, si è ritenuto che attraverso questi piccoli accessi non si potessero effettuare interventi radicali, non si potesse cioè ottenere lo stesso risultato di un campo operatorio open. Anche questa critica però nel corso del tempo si è andata svilendo, con l’evidenza ormai accertata che, anche grazie allo sviluppo di sempre più moderne strumentazioni, l’intervento effettuato con metodica mininvasiva ottiene le stesse percentuali di guarigione completa dell’intervento "classico".
Certamente però, a determinare il "peso" e l’impegno per il paziente non è soltanto l’intervento in sé, ma anche e soprattutto tutto ciò che viene "prima" e "dopo", vale a dire cioè la preparazione preoperatoria e la ripresa postoperatoria, così come la tollerabilità delle terapie e dei trattamenti che accompagnano e sono di ausilio alla chirurgia per garantire una guarigione completa. Così, in tempi ancora più recenti, all’applicazione ormai ineludibile delle tecniche mininvasive, ha fatto da contraltare lo sviluppo di programmi di preparazione e di ripresa pre e post- operatori sempre più mirati alla tollerabilità e al rispetto/ripristino della qualità di vita antecedente alla malattia.

Questo per minimizzare l’impatto sulla persona non solo del trattamento, ma anche di tutta la "vicenda malattia". Così, l’attenta valutazione delle condizioni e necessità preoperatorie, come anche la puntuale applicazione di accorgimenti specifici nella gestione postoperatoria hanno radicalmente modificato ancora di più il panorama della chirurgia, rendendo spesso l’atto chirurgico un momento assolutamente tollerabile e soprattutto "limitandolo" nel tempo e nell’impegno richiesto, senza svilire il contenuto tecnico e terapeutico insito nell’atto curativo, che è rimasto lo stesso del "grande taglio, grande chirurgo".
In questo contesto si inserisce la nostra esperienza in chirurgia mininvasiva che viene utilizzata per trattare un numero elevato di patologie tra cui:
calcolosi della colecisti, appendiciti, diverticolite, tumori del colon-retto, dello stomaco, neoformazioni del pancreas, malattie infiammatorie (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa), patologie funzionali dell’esofago e dello stomaco (acalasia, reflusso gastro-esofageo, ernia paraesofagea), obesità, aderenze addominali, patologie della milza, ernie (ombelicale, inguinale), laparoceli.

L’intervento mininvasivo, con le sue incisioni di dimensioni ridotte, garantisce minor trauma, minori complicanze chirurgiche e post-chirurgiche come le infezioni, minore dolore post-operatorio, ripresa più rapida delle funzioni fisiologiche e della vita quotidiana, degenze ospedaliere più brevi, minor trauma psicologico ed un miglior risultato estetico. Il tutto viene svolto seguendo i protocolli ERAS (Enhanced recovery after surgery ovvero miglior recupero post-intervento chirurgico) che hanno lo scopo di:
- minimizzare il digiuno preoperatorio facendo assumere al paziente bevande a base di carboidrati fino a 2 ore prima dell’intervento
- garantire un’ottimale gestione dei fluidi
- evitare il posizionamento di drenaggi o favorire la loro rapida rimozione
- permettere una mobilizzazione precoce e l’assunzione di liquidi e cibi il giorno dell’intervento.
Tutte queste azioni tendono a ridurre lo stress operatorio e a migliorare la risposta dell’organismo all’insulto chirurgico.
La Dott.ssa Sara Di Carlo, è Specializzata in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva. Il Dott. Simone Sibio è Specializzato in Chirurgia Toracica.
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L'equipe medica di Cmed, Responsabile Dott. Alessandro Cavaliere, ginecologo, è formata da uno staff di specialisti, medici consulenti, esperti in tutti i settori di interesse che può rispondere alle vostre domande. La nostra Segreteria è a Vostra disposizione per prenotare visite specialistiche, test, ecografie, screening ed esami.
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